“Eh, ma da quando ho partorito non riesco più a buttare giù questi chili …!” A seguito di questa affermazione la mia domanda a seguire è simile a : “Oh! E quanto ha il bambino?” In parecchi casi i miei ipotetici ‘bambini’ hanno raggiunto e sorpassato l’adolescenza.
Donne che in pochi mesi ritornano come erano prima (attenzione il come era prima non significa spesso in salute); donne che hanno abbandonato l’idea di poter ormai eliminare la pelle flaccida rimasta, perché oramai sono mamme. Donne che credono, visto che ora sono madri, che la facile scusa a lamentela di avere figli le disobbliga agli impegni da prendere e intraprendere con la propria salute; donne che si allenano fino al nono mese perché “senza non riesco a stare”; donne che si abbuffano con l’idea arcaica di dover mangiare per due; donne che “mio marito mi ama anche con dieci chili di troppo!”.
Va bene che l’amore non si discute, ma che sia benedetto il mio ginecologo che a poche settimane di gravidanza, indicando mio marito, mi ha illustrato una sana statistica della probabilità di divorzio laddove a fine dei nove mesi mi fossi ritrovata con la faccia il doppio di quel che fossi.
A mio avviso si rischia tanto quando si affida a qualcuno il perché e il per come delle proprie scelte di vita. Non c’è bisogno di affibbiare ad innocenti già le colpe della propria pigrizia. Le gravidanze sono tutte differenti e a sé, i picchi ormonali alcuni positivi altri terribili, durante questo magico periodo che una donna può vivere, incidono ovviamente anche sulla quantità di peso da poter gestire o meno. Ci sono credenze del tipo che “… appena partorito vedrai che torni come prima!”. Ragazze non lo sperate, non ci risalite proprio sulla bilancia, vi farete del male! O ancora “… con l’allattamento poi dimagrisci!” ammesso e non concesso che questo latte ci sia o meno, o che lo si voglia o meno dare, o che si abbia la possibilità di allattare a tutte le poppate. Non posso dire che possa essere il contrario ma la ragione per cui si dovrebbe dimagrire, credo che resti solo quella che non si ha più tempo di mangiare.. tutto lì. Una meravigliosa credenza è anche quella di far ristabilizzare questo corpo prima di cominciare ad allenarsi con una, oramai maniacale, attenzione se vada via più o meno il latte materno.
Non credo esista danno fisico (per lo più naturale) e psicologico più grande di quanto possa essere un parto. E’ un trauma psicofisico non augurabile anche se coincide, per lo più, con il momento più bello che una donna può attraversare nella propria vita. Figuriamoci, io ho deciso di non subire epidurale per paura dell’anestesia e, chi ha partorito, sa quanto il cervello debba essere vigile accorto e pronto sennò ci giochiamo sforzi e concentrazione pregressa.
E poi? Poi arriva l’effetto “Lilli e il vagabondo!”. Vi ricordate la scena della coppia di Tesoro e Giannicaro che lasciano il pupo nelle grinfie di quella zia amante dei persiani? Ecco, più o meno … il senso di colpa che invade noi madri quando dobbiamo cominciare a staccare i nostri corpi dai batuffoli. Il distacco avviene per mille e una ragioni, in primis il tornare a lavorare con la consapevolezza che dovranno passare ore prima di risentire il loro profumo. Piccoli distacchi quotidiani possono essere presi anche solo per respirare fuori dalla finestra o per una passeggiata con il nostro primo figlio a quattro zampe.
Ecco , ve ne do un’altra di ragione: allenarsi. E’ vero che il dimagrimento avverrà se la vostra nutrizione prenderà una giusta piega , ma la vostra schiena, le vostre ginocchia, le vostre caviglie, subiscono ogni giorno di più il peso di troppo e le posture sbagliate che inevitabilmente ci apparterranno. Una donna felice e soddisfatta di sé , solo lei, forse sarà una buona mamma (aiutooooooo!) quindi ricominciamo ad occuparci di noi.
Per i papà, voi uomini che somatizzate la gravidanza e sembra che stiate per partorire voi, NON avete grandi scuse ormonali. Subite anche voi il Baby blues ?! D’accordo, creiamo parità su tutti i fronti. Subite anche voi le pressioni genitoriali? D’accordo. Affondate piano piano nella richiesta di attenzioni di una donna che lentamente lievita e, cambiando d’aspetto e di carattere, non riconoscete più come la vostra? Non volete cambiare le vostre abitudini del tempo libero, lavorativo e così via. Non si può? Non si deve? Non si crede? D’accordo. Ma vi invito a riflettere quando la vostra partner, per una ragione, probabilmente a voi sconosciuta, chiederà del tempo per sé, e magari questo tempo lo vuole passare in palestra, se non vi renderete disponibili voi in prima persona a tenere il bambino.
Bere fa bene alla salute, e anche al cuore! Ma quando si dice di bere , si parla di acqua. E allora altre decine di credenze “ma bisogna bere a piccoli sorsi, vero?” ; “Non durante i pasti sennò si ingrassa!” ; “a me il dottore ha detto di bere questa!” Beh io sono del parere di dover dimenticare la sensazione della sete dalla vostra gola e cervello. “Eh ma poi devo andare sempre al bagno!” e allora?! E’ giusto andare al bagno. Vuol dire che non ci si è andati prima! Cerchiamo di bere il più possibile, e intendo il PIU’ possibile. La mia esperienza con le persone che non bevono è data soprattutto dal fatto che si mantengono l’acqua in bocca per qualche secondo per non so farci cosa. Va bene quando è fredda per scaldarla, ma non dobbiamo sempre ripulirci la bocca, giusto?! Quindi io propongo di buttare giù “a garganella” farla scendere per gravità. Sarò controcorrente ma credo sia l’unico modo per abituarci a bere. C’è gente che riesce anche a non bere un bicchiere d’acqua durante i pasti e, allora, imponiamo loro proprio di non farlo?! Assolutamente in disaccordo. Sono anche in disaccordo sul “comprarla” l’acqua, mi sembra proprio innaturale, ma piuttosto del non bere, certo compriamola. Dosiamo le nostre bottigliette e rendiamoci conto di quanta acqua mandiamo giù. Non vi piace l’acqua? (L’acqua non è che debba proprio piacere. Non ha un gran sapore tipo una cioccolata calda.) facciamoci delle tisane, camuffiamo ma beviamo.
Una neo mamma bevitrice di acqua che vorrà andare in palestra nessuno la può fermare dal suo obiettivo di tornare nella sua condizione fisica ottimale. Le sportive da sempre sanno che nel giro di un mese dal parto si può fare tutto quello che si vuole. Si ha paura? Aspettiamone due … Dopodiché si parte. E che si fa?
Ho letto un articolo sull’ottenimento dei risultati sperati con sette minuti al giorno, ovviamente aumentando l’intensità. Alla fine dell’articolo, decisamente messo in basso rilievo (come quella vocina veloce che ci dice a fine pubblicità di un medicinale che potremmo morire se ci ingurgitiamo una scatoletta di pasticche tutte insieme) che arriva, ma sembra poco importante. C’era scritto che gli esercizi dovevano essere accompagnati da una mezz’ora di corsa. Allora … vediamoci chiaro, il tuo titolo mi assicura di diventare fisicamente perfetta con sette minuti al giorno, e poi devo aggiungere mezz’ora di corsa che nessuno aveva preannunciato? Non so come la si veda altrove, ma nel mio cervello questo è inganno puro. Soprattutto per la maggior parte di noi che comprano un libro dal titolo o leggono gli articoli all’inizio e nel mezzo senza arrivare alla fine. I miei grandi dubbi su questo genere di propaganda è non tanto se faccia più o meno bene, ma a chi è rivolto? Io capisco che si vogliono ottenere i risultati in tempi brevi e concisi ma la via più breve indicata non è una vera scorciatoia per Cappuccetto Rosso e fa finire la nonna nella pancia del lupo.
Sarà che forse un po’ mi piace andare contro corrente ma che l’alta intensità funzioni è assai ovvio. Non è una scoperta. Se non avesse funzionato sarebbe stata la squadra più lenta a vincere, il tennista meno pronto a ricevere, il cestista che salta di meno e così via. Nello sport è così, più aumentiamo il livello più l’intensità cresce e credo di non dover sottolineare l’effetto fisico creato dal salire di livello, giusto?! E allora perché tutto questo clamore? Perché sembra più facile se si impiega meno tempo?
Qualsiasi esercizio svolto con carichi ( occhio il carico è anche solo il nostro peso corporeo, e sfido chiunque a non averne uno) ad alta intensità non si deve eseguire correttamente, ma alla perfezione!
Se si cammina in pianura lentamente per dieci minuti, il mio corpo, magari non volontariamente, può permettersi qualche sbavatura, imprecisioni nell’appoggio del piede, giusto?! Senza dover ricorrere per forza all’uomo più veloce del mondo , immaginiamo invece di dover fare uno sprint (corsa veloce veloce veloce!) in salita per dieci secondi. I nostri piedi, le nostre cosce, il nostro cuore, la nostra testa, globalmente dovremmo essere molto più pronti tecnicamente. Giusto?! Ecco perché , ed è sempre comunque il mio parere, affidarsi a persone competenti ed esperte ne va della nostra pelle. Se non proprio quella, delle nostre articolazioni e muscoletti.
Non è a caso che si crea un condizionamento in palestra. E’ una preparazione. Un riscaldamento.
A proposito del riscaldamento. Non è opzionale. Non si può scegliere di farlo o no. Non ha alcun senso. Ci si riscalda punto. “Oh.. ma proprio quando non mi sono scaldato, mi so fatto male”! Che sfiga, vé? Sembrerebbe un complotto. Il riscaldamento ci salva da infortuni. Non sottovalutiamo l’inattività ma neanche l’attività stessa. Diamo sempre il nostro massimo, superiamo i nostri limiti, ma in sicurezza!
Questo vale anche nella condizione più bella e felice che una donna può vivere. Nei nove mesi della gravidanza ci si può allenare. Il supporto e appoggio del medico che ci tiene in cura è necessario, ma, in assenza di controindicazioni importanti, il nostro corpo è pronto e vivo. L’idea è anche quella di prepararci fisicamente all’estremo sforzo che il corpo subirà durante il parto e al grande controllo mentale che la testa subirà o reagirà al momento del parto.
Durante i nove mesi della gravidanza si ha la percezione del proprio corpo in un cambiamento veloce e, se non si è psicologicamente e fisicamente predisposti, lo stress accumulato, insieme ai chili inevitabili, apporterà una predisposizione all’accumulo di tensione nel corpo e nella testa della futura mamma e al feto che sta per nascere. Affidarsi ad un competente del settore sportivo in grado di comprendere lo stato che una donna sta attraversando e la consapevolezza che l’attività fisica non nuoce durante la gestazione sono i primi passi per garantire un periodo meraviglioso.
L’allenamento in gravidanza è vantaggioso soprattutto per garantire il lavoro sulla respirazione corretta per evitare affanni e crisi, per prevenire o tutelare infiammazioni nervose e oltrepassare la soglia del dolore entrando con un training nel proprio corpo e riuscire a ‘stare’ con se stessi, con corpo e mente che lavorano in sinergia.